Si abbassa l’interesse dei clienti per lo shopping nei negozi fisici.
Il retail tradizionale sta cambiando con la rivoluzione digitale, la realtà dei brand è “omnicanale”.
“Innovare” oggi non significa riempire i negozi di schermi interattivi ma lanciarsi nella realtà virtuali, appoggiarsi a droni e robot che leggano le emozioni dei clienti e direzionare il marketing in questo senso.
La “generazione Z” (13-17enni di oggi), che ha già mandato in prepensionamento i Millennials e la “Generazione X”, entra in un negozio se, accanto allo shopping, trova anche intrattenimento.
Un brand funziona non solo se ha un buon prodotto, ma se per venderlo propone “esperienze”: eventi artistici, scientifici, spettacolari. Certo il “retail emozionale” è costoso, infatti per ora è applicato solo dalle grandi Aziende.
Amazon lavora da tempo su “Prime Air”, il servizio di consegna della merce in 30 minuti via drone, ma il benchmark a cui guardare è la Cina che, superato il social-shopping-online, inverte la tendenza e spinge alla costruzione di mall fisici.
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