Cosmetici: indispensabili ancor di più in tempo di pandemia
10,6 miliardi di fatturato di settore, che salgono a 33,2 se si considera l’intera filiera. 36mila addetti diretti, che arrivano a 400mila con l’indotto. Oltre 4,1 miliardi di export e una bilancia commerciale del valore di 2,3 miliardi. Un mercato interno prossimo ai 9,8 miliardi. Sono i numeri che tracciano il perimetro di un comparto, quello cosmetico nazionale, che nonostante le inevitabili conseguenze della pandemia, ha saputo dimostrare resilienza.
L’andamento dei singoli prodotti riflette in modo evidente le nuove abitudini dei consumatori, fortemente condizionate dall’emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento dei contagi. Se, infatti, la riduzione delle occasioni di socialità ha provocato importanti cali su alcune categorie merceologiche, come il trucco viso (-28,9%) o la profumeria alcolica (-21,5), la maggiore e attenzione per l’igiene personale ha portato alla crescita dell’insieme dei prodotti legati a questa funzione (+6%).
In particolare i saponi liquidi hanno registrato un picco: +35%. Un dato strettamente connesso con le indicazioni dell autorità sanitarie, a partire dall’OMS, per il contrasto della pandemia, che hanno indicato come primo comportamento indispensabile da adottare il lavaggio frequente delle mani.
Anche le dinamiche legate ai diversi canali di distribuzione rispecchiano i cambiamenti imposti dallo stato di emergenza, che ha avuto un forte impatto sulla frequentazione dei punti vendita fisici, portando i cittadini a scelte obbligate sulla base di aperture e chiusure. I cali più consistenti nei consumi cosmetici si rilevano nei centri estetici (-29%), in profumeria (-26,1%), in erboristeria (-26%) e nei saloni di acconciatura (-22,5%).
Buona, invece, la tenuta della grande distribuzione e della farmacia, esercizi che non hanno particolarmente risentito di chiusure imposte, con contrazioni rispettivamente del 3,8 e del 3,5%.
Si distingue il segno più registrato dell’e-commerce, in crescita di 42 punti percentuali: una performance in parte condizionata dalle limitazioni di mobilità, ma anche il segnale dell’affermazione di nuove scelte d’acquisto destinate a rimanere irreversibili.
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