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Imprenditori cinesi, boom a Bologna

19 Jul, 2017

cinesi

Erano 768 alla fine del 2012, in poco più di quattro anni sono diventati 1.004. La maggioranza lavora nel capoluogo, ma cresce il peso di quelli che aprono l’attività nell’hinterland. Gli imprenditori cinesi di Bologna continuano ad aumentare, contrariamente a quella che è una tendenza generale che vede una stagnazione (quando va bene). E nel primo trimestre del 2017, secondo i dati dell’Ufficio Statistica della Camera di Commercio, erano oltre mille i titolari d’impresa registrati su tutto il territorio metropolitano. Rispetto alla fine del 2012, sono aumentati del 30,7%. Molto più di quanto non sia accaduto, nello stesso periodo, nel resto dell’Emilia-Romagna o d’Italia: nell’intero Paese, nello stesso periodo, gli imprenditori di nazionalità cinese sono cresciuti del 18%, lungo la via Emilia del 15,8%. Ma c’è un altro dato che dà l’idea di quanto sia dinamica l’imprenditoria cinese a Bologna: i residenti nel capoluogo dai 15 anni in su sono 2.835. Significa che il 19% di loro è titolare di un’attività. Rimanendo sotto le Due Torri la crescita, per quanto in doppia cifra, si è fermata al 20,3%: si contavano 449 imprenditori a fine 2012, sono diventati 540.

Nei Comuni della provincia l’aumento è stato molto più forte, del 45,5%: e i titolari d’impresa, da 319 che erano, sono diventati 464. Messi insieme, rappresentano il 2,2% dei titolari d’impresa registrati in tutta la Città metropolitana. Secondo il rapporto 2016 del Ministero del Lavoro sulla presenza dei migranti nella Città metropolitana, la Cina è il primo Paese di nascita dei titolari non comunitari d’impresa. Tra chi sceglie il capoluogo e chi si rivolge all’hinterland le differenze sono molte, soprattutto nella scelta del campo in cui operare. Chi lavora all’ombra delle Due Torri punta soprattutto sui servizi: è così in oltre tre casi su quattro, per un totale di 417 imprenditori. Nel settore più numeroso, quello del commercio, i numeri sono in discesa: gli attivi sono 171, ma erano 179 appena quattro anni fa. Colpa soprattutto del declino del commercio ambulante, che conta 42 imprenditori, 22 in meno di fine 2012. Mentre si è registrato un boom di baristi: sono 90, erano 59 appena quattro anni fa. Una crescita del 52,5%, di molto superiore a quella dei ristoratori che passano da 30 a 36. L’altro grande cavallo di battaglia è costituito dalle altre attività di servizi: si contano 56 parrucchieri, erano 40 quattro anni fa. E sono quintuplicati i centri benessere, da quattro a venti.

Quando si esce dalla città, la situazione si inverte e a dominare è l’industria: 252 imprenditori, il 54,3% del totale, sono titolari di un’impresa in questo comparto. E, a differenza dei loro colleghi in città, che viaggiano sugli stessi numeri da quattro anni, sono cresciuti del 33,3%. È soprattutto la sartoria a spingere la crescita della manifattura cinese: i titolari d’impresa sono passati, in quattro anni, da 149 a 193. Anche qui, però, la crescita dei servizi sembra inarrestabile: se a fine 2012 si contavano 128 baristi, ristoratori e parrucchieri sparsi per l’hinterland, il boom del terziario cinese non è stato indifferente nemmeno qui e ha portato a 211 il numero di imprenditori del terziario. Ancora di più fanno i parrucchieri, che fuori Bologna erano appena quattro e, nel giro di poche stagioni, sono arrivati a quota quattordici, e i titolari di centri benessere, passati da tre a nove.

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