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Hairstylists

Credit: ANAKIN CHAN, USA

Lex Market

news n°

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Le AZIENDE sono IN CRISI!

crisi aziende

Le aziende sono in crisi! ..Non di prodotti, ma di strategia! Quasi nessuna azienda in questo momento sta sostenendo il lavoro professionale del parrucchiere, nessuna lo aiuta a proporre servizi e idee moda alla cliente, nessuna sta cercando di spingere la donna a recarsi in salone! Tutti cercano solo di vendere prodotti che poi fanno fatica ad essere utilizzati e rivenduti, tutti lasciano che il parrucchiere se la sbrighi da solo!

Oggi le aziende sono concentrate a organizzarsi con l’e-commerce, invece di affrontare i problemi del settore.

Ovviamente, come risaputo, il parrucchiere, che non è mai stato un gran venditore di prodotti, nè di servizi fa fatica a contrastare quello che succede nel mercato: prezzi bassi dei cinesi, fai da te, prodotti professionali venduti a prezzi stracciati nei vari siti, lavoro in nero a casa, etc.

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news n°

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PARRUCCHIERE SVEGLIATI !

parrucchiere svegliati

Forse non hai ancora capito che oggi il tuo lavoro non è sostenuto dalla gran parte delle Aziende e tu invece continui a sostenerle e per le tue difficoltà dai la colpa alla crisi.

Su nessun mezzo di comunicazione si trova la moda-capelli del momento: i vari media pubblicano solo articoli di prodotti di uso privato e moda-capelli fai da te.

DEVI COMINCIARE A PUBBLICIZZARE IL TUO LAVORO DA SOLO e NON SOLO USANDO FACEBOOK. Le opportunità sono molte, basta scegliere tra tv, radio, giornali nazionali e locali, riviste di settore, depliant, siti internet, blog, etc.

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news n°

68383

QWANT.COM: il motore di ricerca europeo che rispetta la tua vita privata

qwant
Dovremmo sempre chiedere al nostro motore di ricerca quali dati personali non raccoglie. Innanzi tutto, QWANT non raccoglie i dati dei suoi utenti che effettuano ricerche. È molto semplice.

QWANT ha messo a punto un apposito servizio Privacy dedicato alla protezione della tua vita privata e anche un Responsabile per la protezione dei dati (Data Protection Officer, di seguito il “Responsabile”) per curare i rapporti con il Garante Privacy. Il Responsabile, che opera in stretta collaborazione con il servizio Privacy, ha il compito di verificare l’applicazione e il rispetto delle disposizioni legali che tutelano la protezione dei dati personali.

Quando utilizzi il motore di ricerca di Qwant, non installiamo nel tuo browser alcun cookie che consentirebbe di individuarti a ogni utilizzo di Internet o di seguire le tue attività sul web. Non ricorriamo ad alcun dispositivo di tracciamento (pixel, fingerprinting…). Non raccogliamo né conserviamo alcuna cronologia delle ricerche effettuate. Ogni richiesta di ricerca ricevuta viene immediatamente anonimizzata tramite dissociazione dall’indirizzo IP.

Qwant è un motore di ricerca gratuito, aperto a tutti. La nostra principale fonte di guadagno proviene dalle pubblicità che appaiono sulla pagina dei risultati Qwant. Riteniamo che alcune pubblicità potrebbero essere di tuo interesse, in quanto sono pertinenti rispetto a quello che stai cercando.

Quando utilizzi Qwant, nessun dato personale viene registrato o trasmesso agli inserzionisti. Quindi:

  • Nessun cookie di terze parti
  • Nessun dispositivo di tracciamento
  • Nessun targeting comportamentale
  • Nessuna campagna che combina contenuti legittimi con contenuti promozionali (native advertising)

SCOPRI QWANT

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news n°

68311

Barbieri e Parrucchieri dichiarati dal fisco tra i più poveri: sarà vero?

parrucchieri-poveri

Barbieri e parrucchieri: sono queste le categorie meno in regola con gli studi di settore.

Secondo l’ Agenzia delle Entrate, che ha messo sotto la lente le dichiarazioni 2016 di commercianti, artigiani, professionisti, piccole imprese sottoposti agli studi di settore, barbieri e parrucchieri risultano in regola con le stime del fisco solo nel 45% dei casi.

Il 55% dichiara invece ricavi troppo bassi rispetto ai parametri fissati dagli studi di settore. Sarà vero? Vi terremo aggiornati!

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news n°

67531

L’ORÉAL PARTNERS WITH ‘world’s biggest’ STARTUP CAMPUS

l'oreal station

 

The international beauty giant has announced it has becoming a strategic partner to a major tech centre in the global startup scene, Station F. With this agreement, L’Oréal becomes Station F’s partner for development of early stage digital beauty startups worldwide. As part of the partnership, L’Oréal will run its own beauty accelerator inside Station F.

What is Station F?​

Station F is based in Paris, backed by its creator Xavier Niel (Free Telecom, Kima Ventures, 42 coding school), a leading entrepreneur in the France tech scene. It was opened in June this year, with the 34,000m2 campus set to be home to over 1,000 startups, with a planned 600-person housing extension opening in 2018.

How is L’Oréal going to be involved?

Through its beauty accelerator based on the campus, L’Oréal is set to finance 62 workstations there. The company says it intends to support selected startups providing expertise in beauty and marketing, as well as networking and mentorship with group’s key stakeholders and a dedicated digital team. Jean-Paul Agon, Chairman and CEO of L’Oréal, notes that its nature as a French-headquartered company makes partnership with Station F particularly appropriate.

L’Oréal in digital

L’Oreal has made considerable strides in the recent period, taking on various strategic partnerships and making multiple significant investments in the specific field of startup development in the beauty tech scene. Our partnership with STATION F is strategic to help us connect, collaborate and support the rising generation of digital beauty entrepreneurs. This partnership adds to L’Oréal’s large-scale digital open innovation strategy, which includes investments in Partech Ventures, an international venture capitalist firm, and Founders Factory, a London based digital accelerator and incubator.

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L’ORÉAL new EXECUTIVE COMMITTEE appointment

l'oreal lucia dumas

The global beauty giant has announced that Lucia Dumas will be joining its executive committee as executive vice president of communication and public affairs.

The appointment is effective from the start of next year, with Dumas coming to the role as successor to Isabel Marey-Semper, who is stepping aside to ‘pursue her professional career outside the company’.

Dumas has been Vice President of Communication for Essilor, where, L’Oréal notes, she has designed and deployed a brand identity for the Group and helped increase its visibility around the world. The communication expert previously held the same responsibilities within the Rhodia Group for five years and in particular, accompanied the implementation of the merger with Solvay, after having been in charge of Press Relations. A graduate of the European Business School in Marketing and International Strategies, Dumas began her career at the Moulinex Group where she held various internal and external communication functions.

Farewell to Marey-Semper​: Marey-Semper has spent eight years with L’Oréal, which explains that thanks to her high-level scientific background, during her time with the company she led L’Oréal’s Advanced Research for five years, making it increasingly strategic, more open to the outside world, more digital and more international. In 2015, she became a member of the Executive Committee in charge of Communication and Public Affairs while at the same time assuming the General Management of the L’Oréal Foundation and leading the Group’s “Simplicity” project.

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67171

Babyliss Pro: altro cambio di direttore!

babyliss

Appena nominato e… due mesi dopo già conclusa l’esperienza di Lorenzo Ruspi. Ha lasciato l’azienda anche la responsabile marketing la Sig.ra Laura De Bonis.

Cosa succede? Crollo di fatturato? Caduta di credibilità? Sicuramente qualcosa non va! A breve lo scopriremo, in ogni caso attualmente ci sono posizioni importanti vacanti.

E non azzardatevi a telefonare, perchè se vi trattano come hanno fatto con noi.. vi potreste inc******!

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67083

Il mercato PREMIA le private label

Offerta premium e bio trainano la crescita: sembra passata un’era geologica da quando la marca del distributore/grossista, o private label all’inglese, era proposta come alternativa a basso prezzo, neppure troppo curata nel packaging e con un numero limitato di referenze. E invece parliamo di poco tempo fa. Oggi la marca primaria del distributore è una leva strategica che non è più solo un business in termini economici, ma anche uno strumento per rivaleggiare, in molti casi da pari a pari quando non in posizione di forza, con i grandi brand.

La marca del distributore gode di ottima salute e continua lungo il percorso di completamento della metamorfosi che la sta portando dall’area della mera convenienza alla “nobilitazione” del prodotto premium. Basti pensare a certe nicchie di mercato che l’industria di marca non è ancora riuscita a presidiare adeguatamente: per fare solo un esempio, oggi in Italia il 60% del prodotto bio è rappresentato dalla marca del distributore. È proprio in questi segmenti che la private label sta facendo meglio e dimostra di essere stata più abile e rapida nel cogliere i nuovi trend di consumo.

Sono destinate a durare queste magnifiche sorti della marca del distributore? Non sarà una semplice crescita percentuale. Molto probabilmente la private label si trasformerà in public label, perchè sarà sempre più presente sulle piattaforme online, affrontando una sfida competitiva tutta da giocare.

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news n°

67078

La carta stampata è in crisi ?!

crisi carta stampata

La forte concentrazione delle vendite di carta stampata è dovuta solo in parte alla digitalizzazione dell’informazione.

La vera causa va ricercata nella crisi economica. I contatti con i rivenditori indicano chiaramente che il calo di vendite è tipico delle persone appartenenti a fasce di reddito più disagiate che hanno eliminato l’investimento culturale nella carta stampata, essendo comunque presenti sul web una serie di informazioni in pillole totalmente gratuite.

Statisticamente, invece, la fascia di popolazione con redditi alti, nonostante l’informazione gratuita, ha continuato ad acquistare giornali.

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news n°

66572

Le FIERE sono più FORTI del web

fiere bellezza

Il web non riesce a rimpiazzarle. Il contatto umano è essenziale per concludere gli affari.

In Germania quest’anno sono stati battuti tutti i record. I futurologi non ci azzeccano mai o quasi. Non hanno previsto il confronto tra Occidente e mondo islamico, o la rapida trasformazione della Cina comunista in un paese dal capitalismo sfrenato. O l’esodo di disperati dall’Africa all’Europa.

Di recente era stata prevista la fine delle fiere, perché spostarsi per vedere dei prodotti che si potevano studiare tranquillamente in internet e videoconferenze, senza spendere per viaggi e alberghi? Fine delle esposizioni e anche delle fiere mercato: si compra tutto online. Invece avviene esattamente il contrario.

Nel 2016 sono stati battuti diversi record per fatturato, numero di espositori e di visitatori: 3,2 milioni sono venuti dall’estero, in particolare 250 mila dall’Olanda, 225 mila dall’Italia, 90 mila dalla Cina, 80 mila dagli Stati Uniti, 75 mila dall’India. Il contatto umano rimane il fattore principale per concludere affari.

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